Come molti di voi forse già sapranno, il 18 luglio scorso è apparsa nelle nostre edicole, fumetterie e online, la traduzione di un classico della Marvel, il fumetto di Orgoglio e pregiudizio adattato da Nancy Butler con i disegni di Hugo Petrus.
Non mi sento di aggiungere molto a quel che LizzyS e LizzyP hanno detto nelle loro recensioni, anche perché non sono una consumatrice di albi a fumetti; non potrò dare un parere da esperta, dunque. Il mio giudizio è legato al mio amore per questo romanzo e alle mie impressioni su questo prodotto.
Ho evitato di scrivere questa recensione a caldo, tuttavia, perché volevo lasciar decantare le impressioni che mi ha suscitato che, lo confesso, non erano completamente positive.
Ho evitato di scrivere questa recensione a caldo, tuttavia, perché volevo lasciar decantare le impressioni che mi ha suscitato che, lo confesso, non erano completamente positive.
Ma, come ho sempre sostenuto, sono contentissima per questa traduzione – e quelle che presto seguiranno di Sense and Sensibility e di Northanger Abbey – perché anche noi estimatori di Jane Austen italiani abbiamo diritto ad avere a disposizione tutto quello di cui possono usufruire i janeites anglofoni, anche solo per poterlo criticare.
SCHEDA LIBRO
Autori: Jane Austen, Nancy Butler
Disegni di Hugo Petrus
Titolo: Orgoglio e pregiudizio
Titolo originale: Marvel Illustrated: Pride & Prejudice
Traduzione di Nadia Terranova
Casa editrice: Panini Comics
Pagine: 128
Prezzo: € 15,00
Data pubblicazione: 18 luglio 2013
Sinossi: Non esiste lettore che non conosca i romanzi di Jane Austen, capaci di esplorare tutte le sfumature del cuore femminile traducendone in prosa ansie, gioie, debolezze e virtù. Per la prima volta Orgoglio e Pregiudizio diventa una graphic novel! L’emozionante incontroscontro tra Elizabeth Bennet e il ricco e orgoglioso Mr. Darcy, sullo sfondo della società inglese dell’Ottocento, ci racconta con arguzia e raffinatezza come l’amore possa vincere, e cambiare, anche il cuore più ostinato.
RECENSIONE
Il fumetto della Marvel nasce in un contesto di riduzione dei classici della letteratura: I tre moschettieri e La maschera di ferro di Dumas, disegnati da Hugo Petrus – disegnatore anche di Wolverine – sono alcuni esempi che precedono Pride and Prejudice. Ma, se questi erano romanzi adatti sia a un pubblico maschile che femminile, Orgoglio e pregiudizio è notoriamente disdegnato dagli uomini, principali destinatari degli albi della Marvel. Pride and Prejudice era una scommessa, atta a richiamare l'attenzione maschile e fumettofila su un classico della letteratura e quella femminile e austeniana su un genere che, di solito, non apprezzano fino in fondo.
L'adattamento dei testi da parte di Nancy Butler, in modo che il romanzo si trasformi in una sequenza di vignette è encomiabile, se si considera che molte delle citazioni fondamentali del romanzo di Jane Austen vengono mantenute intatte. Purtroppo, decurtando scene e personaggi, lo spirito della scrittrice dello Hampshire si viene a perdere. Ogni traccia della proverbiale ironia austeniana viene spazzata via.
Come nell'adattamento di Joe Wright del 2005 Bingley si trasferisce a Netherfield con una sola sorella, Caroline, sebbene qui si menzioni Mrs. Hurst come 'la sorella, quella sposata', nella cui casa di Londra Miss Bingley soggiornerà dopo la partenza affrettata dall'Hertfordsire. Anche i Gardiner sembrano non avere figli (come sapete, invece, ne hanno ben quattro!), per evitarsi l'incombenza di disegnare quattro bambini di varie età o forse – molto più probabile – per poter alzare l'età di Mrs Gardiner ben oltre la menopausa! Ebbene sì, sono rimasta molto delusa dall'età di un po' tutte le donne di questo fumetto, che dimostrano minimo dieci anni di più! (E date loro da bere Acqua di Fiuggi, no?!)
Come nell'adattamento di Joe Wright del 2005 Bingley si trasferisce a Netherfield con una sola sorella, Caroline, sebbene qui si menzioni Mrs. Hurst come 'la sorella, quella sposata', nella cui casa di Londra Miss Bingley soggiornerà dopo la partenza affrettata dall'Hertfordsire. Anche i Gardiner sembrano non avere figli (come sapete, invece, ne hanno ben quattro!), per evitarsi l'incombenza di disegnare quattro bambini di varie età o forse – molto più probabile – per poter alzare l'età di Mrs Gardiner ben oltre la menopausa! Ebbene sì, sono rimasta molto delusa dall'età di un po' tutte le donne di questo fumetto, che dimostrano minimo dieci anni di più! (E date loro da bere Acqua di Fiuggi, no?!)
Le linee marcate dei lineamenti, si sa, aggiungono qualche anno ai personaggi, ma forse il signor Petrus doveva informarsi sull'età delle varie signore (lasciamo stare che non è delicato chiedere l'età a una signora...) Mrs Bennet, su cui mi soffermerò più avanti, dovrebbe avere poco più di quarant'anni e non sessanta! E Mrs Phillips ne è la sorella – probabilmente minore – invece dimostra almeno settant'anni! Mrs Gardiner, che appare come un'altra sessuagenaria, dovrebbe invece pochi anni più della nipote maggiore, Jane, avendo quattro figli piccoli. Diciamo intorno ai trenta-trentacinque anni...
Anche le cinque sorelle Bennet sembrano piuttosto mature per la loro età, a causa dei tratti decisi del disegno a fumetti e sembrano perennemente truccatissime; soprattutto le labbra sembrano sempre ritoccate con un rossetto scurissimo e poco adatto al periodo.
Francamente io avrei per lo meno rispettato una delle pochissime indicazioni fisiche forniteci da Jane Austen (quando ci sono cogliamole, no?), facendo disegnare Lydia come la più alta delle cinque sorelle. Infatti, se capisco che negli adattamenti non sempre si possano scegliere le attrici in base all'altezza (anche se, ahimè, Lydia di Lost in Austen ha il phisique du role più delle altre Lydie nelle ultime trasposizioni!), qui non c'era nulla che impedisse a Petrus di avere una Lydia più simile all'idea della scrittrice inglese... E così Mr. Collins dovrebbe essere alto e robusto, esattamente il contrario, cioè, di Tom Hollader di Orgoglio e pregiudizio 2005, il cui metro e 65 di altezza sembra però perfetto per rispecchiare l'altezza di spirito del meschino personaggio. Invece questo Mr Collins – come molte altre cose di questo fumetto – sembra essere ispirato proprio a P&P 2005, malgrado lo sforzo del disegnatore di non lasciar trapelare nessuno degli attori del film nei tratti dei volti.
E non diciamo che il colonnello Fitzwilliam, che non dovrebbe essere bello ma piacente, qui è proprio bruttissimo (a volte sembra anche strabico); che i "fine eyes" di Lizzy sono tutt'altro che belli e si riducono spesso a capocchie di spillo da cui non passa un'espressione intelligente neanche a pagarla a peso d'oro o che, in generale, Lizzy è proprio la meno bella delle fanciulle del fumetto (a parte la povera Charlotte, che avrà pure avuto 27 anni e sarà stata bruttina, ma qui sembra una megera quarantenne!)
Su Mr Darcy non mi pronuncio: non male, anche se spesso sembra un pesce lesso (meno di altri personaggi, però). Privo tuttavia del carisma proprio di Darcy tanto che, arrivata in fine di recensione, mi sono resa conto che stavo trascurando qualcosa... lui appunto. Personaggio senza infamia e senza lode, impossibile per un 'vero Darcy'!
Dove sono i 'begli occhi' di Elizabeth? |
Mrs Bennet, infine, sembra il personaggio più di spicco dell'intero fumetto. Come mai? Ma logico: lei è Kathy Bates! Sicuramente Petrus si è ispirato all'attrice americana per farle interpretare la parte della madre delle cinque sorelle in età da marito, ipocondriaca, chiassosa e un po' volgare. Ora, io adoro Kathy Bates, ma non la scritturerei mai per la parte di Mrs Bennet: è troppo americana, ha i lineamenti troppo marcati ed è troppo matura per essere una quarantenne che, a detta del marito, è ancora così carina da poter essere scambiata per sorella delle sue figlie! Invece lei arriva qui sul fumetto della Marvel e, da grande attrice qual è, ruba la scena a tutti gli altri personaggi, che si perdono davanti a cotanta invadenza.
Intanto attendo Ragione e sentimento e L'Abbazia di Northanger che, disegnati da altre penne illustri della scuderia Marvel, ci riserveranno forse delle sorprese...
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Mi trovi perfettamente d'accordo: purtroppo dovendo fare un "riassunto"(passatemi il termine) di un capolavoro si rischia di lasciare molto per strada, a volta il fondamentale. I disegni non oso commentarli anche perché ne hai evidenziato benissimo i difetti.
RispondiEliminaCondivido tantissimo l'assunto di partenza e cioè che è giusto che in Italia abbiamo a disposizione la produzione angloamericana collegata e ispirata a Jane Austen. La conoscenza è alla base di ogni critica. Poi ognuno ha il suo genere preferito, l'importante è che se ne parli, che qualcosa si muova, le case editrici si sveglino.
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