Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,
siamo qui oggi per recensire un derivato austeniano che già da qualche tempo compare nella nostra pagina dei libri tradotti in italiano. Sperling & Kupfer, infatti, ha pubblicato a febbraio 2013 la traduzione del romanzo di Kim Izzo The Jane Austen Marriage Manual col titolo di Amore, ragione e sentimento. Quale dei due titoli è più appropriato? Francamente nessuno dei due. Leggete la recensione di LizzyGee e scopritelo!
SCHEDA LIBRO
Autore: Kim Izzo
Titolo: Amore, ragione e sentimento
Titolo originale: The Jane Austen Marriage Manual
Traduzione di Olivia Crosio
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
pagine: 416
Prezzo: € 17,00 (copertina rigida); € 9,99 (e-book)
Data pubblicazione: 5 febbraio 2013
Sinossi: Crisi, crisi, crisi. Nessuno conosce questa parola meglio di Kate, anni "trentanove e rotti", giornalista da poco senza lavoro, in procinto di essere sfrattata e come se non bastasse sommersa dalla marea di debiti della madre, consumata amante del gioco. E, in tutto questo, neanche uno straccio di uomo a condividere con lei, se non sogni e progetti, almeno le spese e le bollette. Unica consolazione: i romanzi dell'amata Jane Austen, che di cose, sulla vita e sull'amore, ne aveva capite parecchie. Per esempio, che uno stipendio alto è la migliore ricetta per la felicità. È proprio la vecchia Jane a offrire alla squattrinata Kate una soluzione: quella di proporre al suo giornale un ultimo pezzo su come sposare un milionario seguendo, in prima persona, i consigli della saggia scrittrice... Così, per Kate, inizia la caccia. Prima regola: per trovare un uomo ricco, frequentare ambienti da ricchi. Seconda regola: per frequentare ambienti da ricchi, anziché Kate, meglio chiamarsi Lady Kate. E così, scambiata per un'aristocratica, sballottata dai campi di polo di Palm Beach alle piste da sci di St. Moritz, invitata nei castelli della campagna inglese, Kate proverà a mettere insieme le ragioni del cuore con quelle del portafoglio. E proprio quando, tra mille imprevisti e altrettanti sotterfugi, sembra aver finalmente incontrato l'uomo che fa per lei - un posato gentleman dalle nobilissime coordinate bancarie - qualcuno le rompe le uova nel paniere: uno spiantato di nome Griffith Saunderson, dallo sguardo impertinente...
RECENSIONE
Il manuale del matrimonio secondo... Lucy Steele!
Il titolo della mia recensione è una modifica al titolo originale del libro (The Jane Austen Marriage Manual - Il manuale del matrimonio secondo Jane Austen). Volete sapere perché ho intitolato così la recensione? Non vi sembra già piuttosto chiaro? E se non lo è il titolo, non parla chiaramente quella stellina che, come la particella di sodio dell'acqua Lete, costituisce la mia pur generosa valutazione di questo romanzo?
Durante la lettura avevo pensato di buttar giù le mie idee, poi – pur imbufalita, lo confesso – ho preferito lasciar decantare la mia opinione, rimandando la recensione a qualche giorno dopo la lettura, nella speranza che arrivasse a smussarsi lievemente. Ma non è servito a nulla, perché mi viene una rabbia smisurata al pensiero che, con le miriadi romanzi ispirati a Jane Austen bellissimi, belli, ma anche passabili (tanto io non sono Mr Darcy e qualunque cosa ispirata alla zia mi tenta), in Italia si traducano – spesso, non sempre – i romanzi meno meritevoli.
Due volte (anzi tre) mi era già capitato di provare questa sensazione di fastidio enorme a vedere l'opera di Jane Austen travisata in maniera così marchiana. La prima volta è stato con L'indipendenza della signorina Bennet, in cui le parole di Elizabeth Bennet ("È successo così gradualmente, che non saprei quando è cominciato. Ma credo di poter dire che è stato quando ho visto per la prima volta la sua bellissima proprietà a Pemberley") vengono interpretate alla lettera da Colleen McCullough, con la conseguenza che il rapporto di Lizzy con Darcy ne risente in maniera irreparabile e il sequel è fedele a Jane Austen al 2%.
La seconda e terza volta è stato con i romanzi di Joan Aiken, Eliza's Daughter e I Watson e Emma Watson. Anche in questo caso l'interpretazione letterale degli scritti di Jane Austen ha creato dei sequel improbabili e insoddisfacenti.
In entrambi i casi ho pensato che le due autrici, pur essendo delle bravissime scrittrici (sono fan di Colleen McCullough da sempre e Joan Aiken nella sua carriera ha vinto innumerevoli premi) sono delle misere lettrici, che hanno tralasciato di valutare l'ironia insita in ogni parola – ogni virgola, oserei dire – della prosa di Jane Austen. MA dei tre romanzi che ho citato non tutto è da buttare: c'è un'ottima ricostruzione storica, il richiamo a episodi delle vita di Jane Austen, una buona struttura della trama, SE si considerano i personaggi come degli OMONIMI di quelli di Jane Austen, ma che poco hanno a che fare con lei.
Invece di Amore, ragione e sentimento non riesco a salvare assolutamente nulla!
Il titolo italiano con quel riferimento al primo romanzo pubblicato da Jane Austen nel 1811 non c'entra niente con la storia. Di amore in questo romanzo ce n'è ben poco. La protagonista ben poche volte si lascia trasportare dall'istinto di Marianne Dashwood (il 'sentimento') e la razionalità di Elinor si traduce in mero calcolo, calcolo che è lontano anni luce dall'eroina più controllata della Austen, che infatti finisce con l'essere la più povera – economicamente parlando, se vogliamo metterci allo stesso livello della Izzo – delle eroine austeniane!
Emma Thompson - Elinor Dashwood in Ragione e sentimento 1995 |
Ma partiamo dall'inizio: Katherine Shaw è una giornalista freelance: non ha mai voluto un posto fisso in un giornale, perché preferisce sentirsi libera di cambiare, di scegliere. Infatti, giunta ormai alla soglia dei quarant'anni, sostituisce le colleghe in maternità. Adesso, però, a causa della crisi economica e del suo ex-boyfriend (che non ha mai voluto sposare per lo stesso motivo, la libertà) il quale, dopo essersi fatto prestare i soldi per avviare un'attività, è sparito con un'altra donna, Kate ha deciso di accettare un posto stabile. Ma, sempre per la recessione, adesso è il posto stabile a non volerne sapere più di lei! (E, aggiungerei io, "ben le sta!")
E così Kate si trova praticamente in mezzo a una strada, anche perché, dopo la morte della nonna, i debiti della madre – una giocatrice patologica – fanno perdere a Kate la casa. Kate è costretta a dormire sul divano in casa della sorella Ann e a scrivere da freelance degli articoli per i quali è obbligata a fare delle ricerche assurde.
In particolare, le viene affidato un articolo per capire se le norme per accalappiare un marito milionario come le eroine di Jane Austen (!?) sono ancora valide. E la nostra Kate decide di provarci sul serio: armata di un titolo nobiliare semi-fasullo (gli amici per gioco le acquistano una proprietà di 30 centimetri quadrati in Scozia, grazie alla quale si potrà fregiare del titolo di Lady Katherine), non solo farà ricerche sul campo, ma cercherà l'uomo giusto dal quale farsi mantenere. E per questo è disposta a fare di tutto: inventarsi un mare di bugie, scroccare ospitalità dagli alberghi a cinque stelle in cambio di una recensione sul giornale e, soprattutto, andare a letto con un sessantenne. Piacente, d'accordo, milionario, è logico, ma sempre sessantenne! E avere il coraggio di dirne peste e corna della procace ventenne slovena a cui il sessantenne si è accompagnato fino a quel momento, ritenendola una baldracca. Lei!
Ditemi ora quale eroina austeniana si comporta così! E Kate ha il coraggio di dire di aver seguito il manuale del perfetto matrimonio di Jane Austen! Ma neanche Lydia è così sgualdrina; in fondo lei ama Wickham!
Brenda Blethyn - Mrs Bennet in Orgoglio e Pregiudizio 2005 |
Diciamo che la Izzo ha attribuito i valori fondamentali di Mrs Bennet a Jane Austen. E la sua eroina è una via di mezzo fra Maria Bertram (che sposa Mr Rushworth per i soldi e poi fugge con Henry Crawford), Mrs Clay (che, dato che Sir Walter le è precluso ripiega sul di lui erede Mr Elliot) e Lucy Steele (che, dopo la prova di lealtà di Edward, non ci pensa due volte a sposare il fratello Robert, divenuto ormai erede dei Ferrars).
Essendo un chick-lit, il lieto fine è assicurato. Ma lieto fine per chi? Per il povero Darcy di turno che non si capisce cosa ci trovi in Lady Kate? Forse la critica sferzante (e tremendamente cafona) al suo abbigliamento ha suscitato un colpo di fulmine al primo incontro?
D'accordo, Kate è una bella donna, ma nel libro ne combina così tante che scade proprio come persona! Del resto, con la madre che si ritrova, che si può pretendere? Iris oltre avere il vizio del gioco è una piccola donna meschina, invidiosa anche delle persone a cui dovrebbe voler bene, egoista come una bambina di cinque anni...
Alan Rickman e Kate Winslet in Ragione e sentimento 1995 |
La Izzo cerca di strizzare l'occhio a Jane Austen dando alle migliori amiche di Kate i nomi di due eroine austeniane (Marianne ed Emma); inserendo situazioni che potrebbero richiamare alla mente quelle dei romanzi della Austen (come quando il protagonista maschile porta la infortunata Kate/Marianne in braccio a casa sotto la pioggia, novello Colonnello Brandon – o Willoughby?) e, soprattutto aprendo ogni capitolo con una citazione dai romanzi. Ma le citazioni suonano fasulle, perché, pur essendo appropriate per il capitolo in questione, sono spesso pronunciate da personaggi secondari di Jane Austen non proprio positivi (come Mary Crawford o Mrs Norris in Mansfield Park), facendoci credere che la Izzo abbia interpretato Jane Austen dal LORO punto di vista!
Possiamo dire che questa è una rivisitazione di Come sposare un milionario, il film del 1953 con Marilyn Monroe e Lauren Bacall, o una versione al femminile de Il conte Max, del 1957, con Alberto Sordi e Vittorio De Sica. Ma non ditemi che è Il manuale del matrimonio secondo Jane Austen!
L'AUTRICE
Kim Izzo, canadese, è giornalista e scrittrice. Appassionata di buone maniere, ha pubblicato diversi manuali di bon ton, e ha scritto sull’argomento su The New York Times Sunday Style, New York Daily News, The New Yorker, Marie Claire. Adora tutto ciò che riguarda Jane Austen. Amore, ragione & sentimento è il suo primo romanzo, accolto entusiasticamente dalla critica inglese e americana.
Lo depenno subito dalla mia wishlist... dei consigli di Lucy Steele posso farne serenamente a meno!
RispondiEliminaGrazie LizzyGee per questa (ennesima) dritta ;-)
;-)
EliminaCondivido tutto quello che hai scritto. L'ho letto tempo fa e l'ho giudicato pessimo. La storia è tremendamente piatta e scontata. Fa rabbia leggere romanzi che pur di vendere inseriscono qualche mero riferimento a jane austen e nulla più! sinceramente ho dubitato che la scrittrice avesse mai letto jane austen. di sicuro se l'ha fatto non ha capito un bel niente!!
RispondiEliminaciao..alla prossima...!!:)
No, per leggere l'ha letta, ci sono molti riferimenti all'interno del romanzo che può aver fatto solo chi l'ha letta, e anche più di una volta. Punto più su una pessima interpretazione del suo messaggio. :)
EliminaMi spiace che non ti sia piaciuto. Io l'ho apprezzato, ma l'ho letto senza vederci un 'genuino' Jane Austen Marriage Manual a priori, anche se per quello lo hanno venduto.
RispondiEliminaSì, ricordo che me l'avevi consigliato. :)
EliminaIl problema è che quando dai un titolo a un romanzo ti devi assumere anche la responsabilità per le critiche che potrebbero susseguirne.
Io non sono assolutamente prevenuta quando leggo un derivato e ammetto che come chick-lit non è male (anche se la moralità della protagonista lascia molto ma molto a desiderare). Ma quando cerchi di spacciare un messaggio distorto per Jane Austen mi sei già scaduta di tre stelle minimo. Perché giocare va bene, ma qui si è speculato su di lei facendo passare per sue delle tecniche da battona (e scusatemi il termine!)
Non ho letto il libro ma da quello che racconta Lizzy Gee mi sembra di intravedere una Lady Susan all'attacco senza intravederne l'ironia.
RispondiEliminaZenaide: hai colto l'eroina giusta (anche se la Izzo non l'ha menzionata). L'ironia nel libro c'è, ma è utilizzata sempre in maniera distorta. :/
EliminaO_O e a me che ispirava tanto..
RispondiEliminaOk, tolto dalla wishlist..
Grazie per i consigli!
Condivido in toto la tua opinione. Se si pensa che Jane Austen volesse insegnare a sposare un uomo ricco allora non si è capitato proprio niente perché il messaggio era un altro...
RispondiEliminaE' piacevole, leggero, in perfetto stile americano: non va depennato dalle vostre liste ma di sicuro da quelle dei romanzi ispirati a JA.
Elisabetta: potresti seguire il consiglio di Romina. :)
EliminaSì, di certo nell'assegnazione delle stelle mi sono fatta trascinare dalla poca aderenza al messaggio di Jane Austen.
E comunque la protagonista NON mi piace assolutamente, perché priva di moralità. Se vuoi leggere un romanzo lievemente ispirato a P&P, vivace e leggero - ma non eccessivamente - ti consiglio Un cupcake con Mr Darcy di Giovanna Fletcher che, fra parentesi, nell'edizione inglese ha tutto un altro titolo, a dimostrazione che l'autrice non ha neanche provato a vendere dietro l'abbaglio di Jane Austen (del resto, a Mrs Tom Fletcher basterebbe il nome...)
Il libro l'ho recensito per Diario di Pensieri Persi, ma presto scriverò un pezzo anche per OF&NF, per parlarvi di questo libro. :)
Ecco, a proposito di questo volevo dire che anche la scrittrice di "La collezionista di ricette segrete" (Newton & Compton) reca sul retro copertina la recensione di Grazia che la accomuna a Jane Austen ma che orrore! di Jane Austen nessuna traccia, neanche lontanamente l'ombra, solo per il fatto che sono due sorelle si fanno simili accostamenti?!?!?!Qualcuno potrebbe risentirsi, io per esempio.
EliminaQuesto però, tornando al discorso sopra, non significa che si tratti di un brutto libro preso a sé. A parte il fatto che, io non sono esperta di inglese ma anche il titolo The collector, è stato tradotto male perché il collezionista è un lui e non una lei... i misteri dell'editoria!
Certo Romina!
EliminaSe ricordi abbiamo recensito La collezionista di ricette segrete della Goodman qui:
http://oldfriendsnewfancies.blogspot.it/2013/04/recensione-la-collezionista-di-ricette.html
C'è da dire, comunque, che il libro della Goodman aveva un altro valore, in quanto, nonostante la copertina, non era un chick-lit. ;)
Letto è davvero pessimo!!!!!
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