Dopo un Gruppo di Lettura molto vivace e pieno di riflessioni (più o meno profonde) oggi recensiamo Definitely Not Mr Darcy (Certamente non Mr Darcy) di Karen Doornebos, il romanzo che è stato protagonista del Terzo Gruppo di Lettura del 2013, per la Seconda Stagione di festeggiamenti del Bicentenario di Pride and Prejudice.
Se vi siete persi qualche passaggio o se siete rimasti indietro, vi invitiamo a visitare la Prima, la Seconda e la Terza Tappa del nostro Gruppo di Lettura.
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RECENSIONE
Una Janeite a Uomini e Donne
Confesso di essere partita un po' prevenuta quando ho letto la trama di questo romanzo: ero troppo scottata dalla delusione cocente di Austenland, un libro ben congeniato sulla carta, che però alla fine si è rivelato più una 'sinossi' che un romanzo vero e proprio, con una protagonista non all'altezza della situazione e ― soprattutto ― lontana anni luce da Jane Austen e dalle sue eroine. E la trama di Definitely Not Mr Darcy sembrava pericolosamente simile!
Invece Chloe Parker si rivela da subito ben diversa da Jane Hayes, la protagonista di Austenland. Chloe è una vera Janeite, che ha familiarità con le opere di Jane Austen e con i suoi insegnamenti, tanto che viene selezionata dalla sua sezione della JASNA (Jane Austen Society of North America) per partecipare a questo programma televisivo, in cui bisogna conoscere a menadito i costumi del periodo Regency.
Chloe crede che si tratti di un quiz a premi e invece... si trova invischiata in un dating-show, ovvero un reality show in cui uno scapolo in possesso di una cospicua fortuna è alla ricerca di una moglie. Una sorta di Uomini e Donne di Maria De Filippi, insomma, con la differenza di essere completamente calato nel 1812, arretratezza tecnologica inclusa.
La prima reazione di Chloe è di scappare via: dopotutto è una Janeite seria, che mal si presta a giochi e bambinate e non ha nessuna voglia di cercare un uomo ― soprattutto non in un reality show ― per quanto somigliante a Mr Darcy!
Chloe è divorziata e ha una figlia, Abigail, di otto anni, che ha bisogno di lei. L'ex-marito Whintrop, inoltre, ha una nuova compagna e ha appena chiesto di riaprire le pratiche dell'affidamento di Abigail: per Chloe non ci sarebbe un momento più sbagliato per stare lontana da casa per tre settimane!
Ma poi sbuca la questione economica: la vincita del concorso comporta un premio in denaro (oltre allo scapolo abbiente e piacente) e Chloe è in un periodo di grave crisi con l'attività di tipografa vecchio-stile, tanto che gli ultimi soldi che aveva li ha spesi per il biglietto aereo per l'Inghilterra.
E, per una volta nella sua vita, nasce in Chloe il desiderio di portare a termine qualcosa, lottando a denti stretti, sostenuta da Mrs. Crescent, la sua chaperone che, in caso di sua vincita, riceverebbe un bel gruzzoletto che l'aiuterebbe per le cure mediche del figlio William, che si deve operare per un nodulo al collo. Insomma, vuoi per il suo buon cuore, vuoi per le scarse alternative finanziarie, Chloe è costretta, suo malgrado, a immergersi nell'Inghilterra di Jane Austen.
Chloe crede che si tratti di un quiz a premi e invece... si trova invischiata in un dating-show, ovvero un reality show in cui uno scapolo in possesso di una cospicua fortuna è alla ricerca di una moglie. Una sorta di Uomini e Donne di Maria De Filippi, insomma, con la differenza di essere completamente calato nel 1812, arretratezza tecnologica inclusa.
La prima reazione di Chloe è di scappare via: dopotutto è una Janeite seria, che mal si presta a giochi e bambinate e non ha nessuna voglia di cercare un uomo ― soprattutto non in un reality show ― per quanto somigliante a Mr Darcy!
Chloe è divorziata e ha una figlia, Abigail, di otto anni, che ha bisogno di lei. L'ex-marito Whintrop, inoltre, ha una nuova compagna e ha appena chiesto di riaprire le pratiche dell'affidamento di Abigail: per Chloe non ci sarebbe un momento più sbagliato per stare lontana da casa per tre settimane!
Ma poi sbuca la questione economica: la vincita del concorso comporta un premio in denaro (oltre allo scapolo abbiente e piacente) e Chloe è in un periodo di grave crisi con l'attività di tipografa vecchio-stile, tanto che gli ultimi soldi che aveva li ha spesi per il biglietto aereo per l'Inghilterra.
I personaggi sono molto ben delineati: in ciascuno di essi si può scorgere un richiamo a Jane Austen. C'è Miss Bingley, nella persona di Lady Grace, che rappresenta anche la Janeite dell'ultima ora, quella che si è innamorata di Matthew Macfadyen o di Colin Firth e non ha neanche letto i romanzi di Jane Austen, essendo interessata a tutt'altro. Lady Grace rappresenta, inoltre, la classica inglese gelosa di tutto ciò che è britannico, che considera una sua proprietà, pur rivelando di non essere degna di tenerlo per sé!
C'è Mr Darcy, che si rivelerà diverso da quel che Chloe/Elizabeth credeva. C'è anche Wickham! Ma non voglio rivelare troppo.
Dunque mi limiterò a dire che Karen Doornebos ha rappresentato una Janeite dei giorni nostri non più giovanissima, in cui tutte possiamo immedesimarci, a prescindere dall'età; possiamo vagheggiare l'epoca Regency, ma in realtà non potremmo fare a meno dei nostri cellulari, della doccia calda (e con acqua pulita) tutti i giorni (noi italiani anche di un altro sanitario indispensabile, di cui non faccio ulteriore menzione), di internet e della sua connessione interplanetaria immediata, della luce elettrica, ecc., insomma di duecento anni di conquiste che diamo per scontate e di cui ormai non potremmo fare a meno.
Nonostante non sia originalissimo, Definitely Not Mr Darcy si legge con partecipazione e curiosità, grazie a uno stile incalzante e a una protagonista travolgente (c'è anche tanto di Bridget Jones in lei, come in ognuna di noi!).
Volete sapere se Chloe vince il reality show? LEGGETELO! (E speriamo che qualche casa editrice si decida a tradurlo anche per le Janeites italiane che non leggono l'inglese).
Volete sapere se Chloe vince il reality show? LEGGETELO! (E speriamo che qualche casa editrice si decida a tradurlo anche per le Janeites italiane che non leggono l'inglese).
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[Le immagini sono tratte dal Jane Austen Festival, che si tiene a Bath ogni anno in settembre]
Grazie del pensiero! mi sento direttamente chiamata in causa. Se penso a quanti libri mi perdo mi viene voglia di provarci lo stesso. Questo romanzo sembra invitante! o è il vostro entusiasmo a contagiarmi?!
RispondiEliminaRomina, ci stiamo impegnando in tutti i sensi affinché il sogno di moltissime Janeites italiane venga finalmente coronato. Speriamo che presto i risultati si vedano!
EliminaSembra molto interessante, ora ho preso the man who loves P&P ma con le cose che ho da fare ho dovuto abbandonarlo in attesa di momenti più tranquilli... poi ho ancora sullo stomaco Austenland ( è stato una delusione).
RispondiEliminaVorrei fare una proposta: sarebbe bello se gente che sa bene l'inglese traducesse questi libri per quelli che non masticano la lingua... ci sono molti forum che mettono a disposizione le traduzioni di libri che in Italia non vedremo mai, amatoriali ovviamente ma meglio che niente.
Miki, non è assolutamente possibile! E' illegale, altrimenti lo avremmo già fatto da tempo, cosa credi? Noi Lizzies ci stiamo davvero facendo in quattro per fare notare i libri meritevoli dalle Case Editrici italiane. Pare che qualcosa stia cominciando a muoversi, ma ancora non diciamo nulla, per scaramanzia! ;)
EliminaNon è illegale tradurre qualcosa che in Italia non c'è, si avvisa che non è a scopo di lucro (se no si che è illegale) e che è una traduzione amatoriale, diventa illegale quando in Italia le case editrici comprano i diritti del libro, infatti in questi casi queste persone bloccano le traduzioni e devi comprare il libro in italiano se vuoi sapere come finisce... ti parlo per esperienza personale di un forum su libri fantasy che traducono molti libri dall'inglese e quando, contattando la casa editrice o altro, scoprono che i diritti sono stati comprati in Italia smettono di pubblicare traduzioni.
EliminaA parte che ci vuole tantissimo tempo (praticamente tradurre un libro equivarrebbe a riscriverlo, e te lo dico per esperienza) e che le nostre traduzioni NON sono amatoriali, credo che sarebbe un vero e proprio sgarbo (e non credo sia legale, ribadisco) nei confronti delle autrici inglesi e americane, che per vedere i loro libri tradotti in qualsiasi altra lingua dovrebbero ricevere i diritti di traduzione! Non è che, per il solo fatto che abbiamo acquistato una copia del libro, siamo autorizzate a farne quel che vogliamo!
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