giovedì 17 maggio 2012

Le Jane Austen Addicts di Laurie Viera Rigler

Carissimi lettori e amici di Old Friends & New Fancies,
parliamo oggi di due libri già da tempo apparsi nelle nostre librerie in italiano: si tratta della serie delle Jane Austen Addict di Laurie Viera Rigler, pubblicati da Sperling & Kupfer nel 2010 e 2011 e disponibili sia in versione rilegata che in versione economica.
LizzyS ha già recensito ampiamente i due libri su Un tè con Jane Austen (Post 1 - Post 2), LizzyP lo farà prossimamente su La Collezionista di Dettagli, ma non potevamo non recensirli anche su Old Friends & New Fancies, che si dedica proprio a questo genere di letteratura.

   Shopping con Jane Austen   
(Confessions of a Jane Austen Addict) 
Traduzione: Enrica Budetta 
Sinossi: Los Angeles, XXI secolo. Courtney va pazza per i romanzi di Jane Austen e quando becca il futuro marito con un’altra si tuffa per l’ennesima volta tra le pagine di Orgoglio e pregiudizio, insieme con una robusta dose di vodka. Gran Bretagna, XVIII secolo. Courtney si ritrova in una sontuosa magione inglese, intrappolata nelle vesti di Miss Mansfield, «zitella» trentenne simile in tutto e per tutto a un’eroina della sua amatissima scrittrice. Una situazione paradossale, che dà vita a un romanzo delizioso, ironico, davvero originale.
 

 In viaggio con Jane Austen
(Rude Awakening of a Jane Austen Addict)
Traduzione: Enrica Budetta 
Sinossi: Sto forse sognando? si chiede confusa Jane Mansfield, una fanciulla inglese di inizio Ottocento, risvegliandosi all'improvviso in un ambiente a lei del tutto estraneo. L'ultima cosa che ricorda è di essere caduta da cavallo. Sì, Jane aveva appena saputo del tradimento del suo fidanzato, quando era montata in sella ed era corsa via disperata, cadendo poi rovinosamente. Ma che cos'era successo dopo? Perché ora si è svegliata in una stanza che non ha mai visto prima, mentre due sconosciute dai capelli dipinti e dagli abiti troppo succinti le danno irrispettosamente del tu, millantando di essere sue amiche? E chi è lo strano individuo di nome Wes, che somiglia in modo incredibile al suo fidanzato fedifrago e che continua a chiamarla Courtney? Ben presto, e dopo una serie di terribili figuracce, il mistero è svelato: Jane non sta affatto sognando, ma si trova intrappolata nei panni di Courtney, alle prese con una vita caotica, nella ancor più caotica Los Angeles del Ventunesimo secolo. Un universo strabiliante in cui le signore pranzano in locande pubbliche senza accompagnatori e i protagonisti del suo romanzo preferito, "Orgoglio e pregiudizio", si agitano senza sosta dentro una scatola luminosa. Dopo "Shopping con Jane Austen", ecco la storia di una dolce fanciulla della Reggenza, in fuga da convenzioni sociali e problemi di cuore, costretta a mettere ordine nell'esistenza di una donna di oggi, con cui sembra avere in comune solo la passione per Jane Austen. O forse no...
                           Shopping con Jane Austen                            
I desideri si avverano... ma a che prezzo?  
Shopping con Jane Austen è una versione austeniana di Big! (il film dei primi anni 90 in cui un ragazzino esprimeva il desiderio di diventare grande e veniva esaudito), con due donne che esprimono il forte desiderio di trovarsi in un'altra parte del mondo, a due secoli di distanza dal loro (una delle due vuole andare nel futuro, l'altra nel periodo Regency) ed una zingara che soddisfa questo desiderio con scambio di personalità.
Tom Hanks in Big!
Perché qui non accade come nella serie televisiva Lost in Austen del 2008 in cui Amanda Price prende fisicamente il posto di Elizabeth Bennet: i corpi di Courtney Stone e di Jane Mansfield sono esattamente lì dove si devono trovare, sono solo le loro menti a scambiarsi di posto. Con l'evidente convinzione di parenti ed amici che Jane sia rimasta la Jane che conoscono, forse un po' strana per via di una caduta da cavallo, e non Courtney, la ragazza del XXI secolo che si è addormentata leggendo Orgoglio e Pregiudizio, dopo il fallimento del quasi matrimonio con Frank. 
E Courtney si dovrà ricredere su tutta la poesia che il periodo Regency le ha sempre ispirato: leggendo Jane Austen non aveva mai colto i disagi dovuti alla scarsa igiene, non aveva mai creduto di non poter sopportare gli odori, di dover utilizzare un vaso da notte, di doversi lavare i denti con una polvere tremenda e di sapore disgustoso, o di dover fare un salasso per curare una qualsiasi malattia! 
Ma soprattutto, non si era resa conto di quanti passi in avanti le donne abbiano fatto in due secoli, di quante libertà, che noi diamo per scontate, siano state conquistate nel frattempo, di quanto sia impossibile comportarsi da donna del XXI secolo nel corpo di una donna del XVIII senza lasciare alla vera proprietaria di tale corpo un marchio indelebile che le causerebbe un futuro da emarginata sociale. 
E allora siamo sicure di voler desiderare di vivere nel periodo in cui è vissuta la nostra scrittrice preferita? Beh, sì, è vero, ci sarebbe la possibilità di incontrarla per le strade di Londra mentre fa shopping… ma cosa le diremmo? Ai suoi tempi Jane Austen non firmava neanche i suoi romanzi! Le potremmo dire che il nostro libro preferito è Persuasion, quando ancora non lo ha scritto?
O quello che desidereremmo non è forse il mondo patinato che vediamo nelle serie televisive, un mondo inodore (LoL!) da cui entrare ed uscire a nostro piacimento, per ritrovare tranquillamente a casa la nostra doccia quotidiana, la pasta dentifricia al fluoro (e magari lo spazzolino elettrico) e, di sicuro, gli antibiotici per curarci quando siamo malati? Perché i Willoughby ed i Wickham si trovano in entrambe le epoche, ma, se sappiamo guardare bene, anche i Darcy e i Capitani Wentworth! 

                    In viaggio con Jane Austen                     
Benvenuta nel XXI secolo Miss Mansfield! 
Jane Mansfield è una Jane Austen Addict, ma ancora non sa di esserlo: nel suo tempo questo termine non è stato inventato, anzi, dal momento che proviene dal 1813, ha potuto leggere solo i due primi romanzi di Jane Austen: Sense and Sensibility, scritto by a Lady e Pride and Prejudice, scritto dall’Autrice di Sense and Sensibility… E non si capisce come sia possibile che conosca Orgoglio e Pregiudizio così a fondo, dato che ha giusto avuto pochi mesi per leggerlo… ma forse è davvero già addict, dipendente dalla prosa della nostra carissima Zia e l’ha riletto ripetutamente. Comunque intossicata di Austen lo diventa senz’altro: risvegliatasi dopo una caduta da cavallo nel XXI secolo in casa di Courtney Stone (la protagonista di Shopping con Jane Austen), ha come unica consolazione, come unico legame con i suoi tempi, l’inizio del XIX secolo, Jane Austen, le sue opere (che inizia a leggere avidamente, come una vera drogata) e le trasposizioni cinematografiche in dvd, di cui presto conoscerà l’esistenza. 
È difficile per una donna dei suoi tempi vivere nel corpo di una donna del XXI secolo ed è difficile cercare di adattarvisi senza essere prese per folli, dal momento che — sebbene anche Courtney abbia subito un incidente simile al suo, grazie al quale le due giovani si sono scambiate di posto: ha, infatti, battuto la testa sul fondo di una piscina — sembra impossibile che l’amnesia di cui dice di essere vittima le abbia fatto dimenticare anche le cose più elementari della vita negli anni 2000. Effettivamente — come anche nel caso di Courtney — una certa memoria muscolare è rimasta nel corpo preso ‘in affitto’, ma Jane capisce subito che deve andare cauta nel chiedere spiegazioni, perché le sue amiche Paula ed Anna non la portino da una psicoterapeuta che la vorrebbe imbottire di farmaci. 
Qui sta la differenza fondamentale fra Courtney Stone e Jane Mansfield, che sicuramente ha costituito una grande sfida per Laurie Viera Rigler: mentre è facile immaginarsi nei panni di una Jane Austen Addict dei nostri giorni, che si adatta a vivere nell’epoca che ha idealizzato — tralasciando tutte le difficoltà, che le si presenteranno puntuali e sgradevoli —, perché in fondo è ciò che noi tutte siamo, identificarsi con una giovane di buona famiglia inglese dei primi dell’Ottocento, con quelle che sono le sue abitudini e, soprattutto, con la sua forma mentis, diventa un altro paio di maniche.
Jane Mansfield non sa cosa significhi lavorare: ai suoi tempi non lavoravano neanche i gentiluomini, figuriamoci le loro mogli e figlie! Pazienza se non riesce a pagare le bollette e la luce le viene tagliata: in fondo è normale per lei vivere senza elettricità e telefono (sebbene si sia da subito abituata al conforto del computer e di Google, che le forniscono le risposte alle domande che non può rivolgere ai suoi amici, come abbiamo detto). Ma come farà a mangiare? Non può sempre trovare un’anima pia che la inviti a pranzo o a cena! 
Io, che prima di arrivare in questo mondo potevo scegliere solo tra la carriera matrimoniale e quella di zia zitella, la seconda delle quali sarebbe stata certamente una disdetta per la mia famiglia ma non così degradante come essere costretta a impiegarmi come governante, se fossi stata così sfortunata da nascere in una famiglia signorile eppure poco abbiente. 
E ancora, come convivere con il ricordo dell’intimità con Frank, l’ex fidanzato di Courtney — uno dei pochi ricordi che rimangono a Jane dalla ragazza del Duemila di cui abita il corpo —, senza essere tormentata dal pensiero di essere ormai una donna perduta? Come riuscire a comprendere duecento anni di cambiamenti, di conquiste femminili, di libertà raggiunte? Con l’aiuto dell’immancabile Jane Austen e dei manuali di auto-aiuto (anche la nostra eroina mi diventa un po’ Bridget Jones!), Jane cercherà di capire quale sia la situazione di Courtney e come la giudichino i suoi amici. E qui la Rigler è bravissima a compendiare nei pochi brevi pensieri di Jane le differenze fra una ragazza del XXI secolo e una del XIX. 
C’è comunque, devo dire, un aspetto sorprendente della questione che in effetti comporta un notevole grado di libertà, ovvero che le donne possono avere rapporti carnali senza la conseguenza di una gravidanza, sia prima sia dopo il matrimonio. Perciò esso non è, come ho sentito dire in chiesa, né finalizzato alla procreazione né un rimedio contro la fornicazione. Il matrimonio si fa, devo concludere da quanto ho appreso dalle riviste e dal film, per la sontuosità della cerimonia, la bellezza del vestito e l’impressione che suscita agli occhi del mondo
Tirando le somme possiamo dire che questi due romanzi ci vogliono far notare che spesso, quando siamo troppo assorbiti dalla nostra vita e la guardiamo solo dalla nostra prospettiva, ci sfuggono dettagli importanti, ovvi. Se invece riuscissimo a guardarla da un altro punto di vista — un punto di vista totalmente diverso e in questo caso addirittura proveniente da due secoli di distanza — potremmo riuscire a cogliere quei particolari lampanti che potrebbero costituire la chiave alla nostra felicità. 
Riguardo a Jane Austen è onnipresente: non si parla di spin-off o di sequel, ma i suoi romanzi e le sue eroine sono un modello a cui attingere nei momenti di difficoltà, sia per Jane Mansfield nel XXI secolo, che per Courtney Stone nel XIX secolo e comunque un conforto per i periodi di crisi. 
Se davvero esiste una terra incantata come Tír na n-Óg, in cui tutti perdono il senso del tempo e dello spazio, essa esiste nelle pagine di Ragione e Sentimento
Non concordo quindi con chi è rimasto deluso da una Jane Austen poco presente, nonostante il titolo italiano ce la promettesse. Jane Mansfield è avvero In viaggio (nel tempo e anche in auto) con Jane Austen, perché la scrittrice è sempre con lei e Courtney Stone fa per un brevissimo attimo davvero Shopping con Jane Austen, anche se teme a rivolgerle la parola perché non vuole sconvolgerla con rivelazioni sul suo futuro. I titoli inglesi sono meno illusori, perché parlano di Confessioni di una di Jane Austen-dipendente e di Brusco risveglio di una di Jane Austen-dipendente, in cui la prima Jane Austen Addict (Courtney) è consapevole della sua fissazione, mentre la seconda (Jane) non ancora.
Le citazioni, spesso reinventate, sono tantissime: 
«What are men to rocks and mountains?» diventa «Che cosa sono gli uomini in confronto ai libri e ai film?», che è la perfetta interpretazione per quelle salde rocce e montagne che costituiscono per noi Jane Austen Addicts i libri di Jane Austen e tutti i loro derivati!
Jennifer Ehle - Elizabeth Bennet in Pride and Prejudice 1995
E comunque c’è l’identità misteriosa della zingara onnisciente presente in entrambi i libri, in stile Big!.
Che sia LEI???

  Link Utili                                                                    
Sito Ufficiale dell'Autrice (inglese)
Laurie Viera Rigler in Galleria Ritratti
Recensione di Confessions of a Jane Austen Addict su Un Tè con Jane Austen
Recensione di Rude Awakenings of a Jane Austen Addict su Un Tè con Jane Austen
Recensione di Shopping con Jane Austen su La Collezionista di Dettagli (prossimamente)
Recensione di In Viaggio con Jane Austen su La Collezionista di Dettagli (prossimamente)

4 commenti:

  1. Ciao ragazze, ho letto l'estate scorsa "Shopping con Jane Austen" e ne sono rimasta profondamente delusa. Ero alla ricerca di un libro leggero, poco impegnativo, da leggere in spiaggia, non avevo sinceramente molte pretese... Ciononostante ho trovato questo libro veramente banale, una cozzaglia di luoghi comuni su Jane Austen e l'Inghilterra del suo periodo e soprattutto (a mio avviso)scritto male. Peccato perchè l'idea di base era veramente bella, e si sarebbe potuta sviluppare molto meglio. Insomma, per me: bocciato!

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    1. Come hai potuto evincere dalla mia recensione, non sono d'accordo con te: ho trovato entrambi i libri molto riflessivi sulle differenze e sui progressi che le donne hanno fatto in due secoli. Inoltre prendono - a loro modo - in giro le Austen Addicts, il loro (anzi, il nostro) perenne desiderio di tornare indietro di 200 anni, alla ricerca di Mr Darcy o del Capitano Wentworth, non rendendosi conto che la vita duecento anni fa era tutt'altro che facile, e ancora di più per una donna!

      Riguardo alla scrittura, non l'ho trovata affatto cattiva, nonostante abbia letto la traduzione italiana (che spesso risente dello stile del traduttore).

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  2. a me "Shopping con Jane Austen" è piaciuto...
    ne ho parlato sul blog ecco il mio parere
    ' Lo stile è fresco e scorrevole, le descrizioni di vesti, abitudini e usi ricercata e precisa.
    Ci fa anche un po' riflettere sull'emancipazione della donna e sulla sua possibilità di scelta.
    Un libro che le appassinate della Austen ameranno più per l'intento che per la sostanza... '

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"È solo un romanzo...o, in breve, un'opera in cui i più grandi poteri della mente vengono esercitati, in cui la più profonda conoscenza della natura umana, la più felice delineazione della sua varietà, le più vivaci effusioni di arguzia e umorismo sono trasmesse al mondo nel miglior linguaggio possibile."

L'Abbazia di Northanger

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