mercoledì 18 gennaio 2012

GdL 'Eliza's Daughter': Le recensioni delle Lizzies

L'ultimo Gruppo di Lettura dedicato alle celebrazioni per il bicentenario di Sense and Sensibility, Eliza's daughter, si è concluso pochi giorni fa.
Questa lettura ci ha sorprese gradevolmente per l'accurata ricostruzione storica, e contemporaneamente ci ha lasciate un po' perplesse, perché è un sequel un po' diverso da quelli a cui siamo abituate, che ci ha fatto esplorare una realtà che lo fa avvicinare più ai romanzi di Dickens che a quelli di Jane Austen. 
La copertina della prima edizione, 1994
Una lettura che chiunque potrebbe fare, anche chi non avesse mai letto Ragione e Sentimento, senza rimanere insoddisfatto e senza temere di non comprendere: Eliza non sa niente dei suoi genitori e delle vicende che si sono svolte prima della sua nascita; pertanto il lettore potrebbe scoprire con lei ciò che è accaduto in realtà.
Un bellissimo romanzo realistico-sociale, che sfocia nel picaresco, con tanta ironia e tanti personaggi interessanti, tutti da scoprire... anche quelli che conoscevamo già!
La storia di Joan Aiken è ricca di umorismo e scritta in modo avvincente. I lettori affascinati da Elinor e Marianne Dashwood in Ragione e Sentimento saranno incantati dal "futuro" creato da Joan Aiken, ma lo stesso accadrà anche a chi non conosce Jane Austen.
Eccovi dunque le nostre recensioni:
LizzyGee: Ragione e Sentimento di... Charles Dickens... 
LizzyP: Dietro le quinte del mondo Austeniano 
LizzyS: Quel che resta di Sense and Sensibility
Recensione di LizzyGee
Ragione e Sentimento di... Charles Dickens…  
Eliza’s Daughter è un bellissimo romanzo storico che ci fa vedere la realtà del periodo in cui è ambientato, i primi dell’Ottocento, una realtà di cui Jane Austen non ci ha mai parlato, probabilmente perché l’ambiente in cui viveva era decisamente lontano da quello in cui si muove la nostra Liza, un ambiente fatto di figli illegittimi, in cui i ragazzini sono costretti a crescere prima del tempo. Per questo motivo ci si trova a paragonare questo libro più a Tom Jones di Fielding o ai romanzi di Dickens, che a Ragione e Sentimento di Jane Austen, di cui è il sequel. 
E proprio come in Tom Jones o in un romanzo di Dickens ci troviamo a seguire la nostra protagonista che compie un viaggio, un percorso di vita, sempre alla ricerca delle sue origini. 
Abbandonata dal suo tutore, il Colonnello Brandon a Nether Othery, un villaggio soprannominato Byblow Bottom, ovvero Fondo degli illegittimi, perché era lì che nobili e gentiluomini abbandonavano la prole nata da situazioni scandalose per l’epoca, Eliza dovrà affrontare fin dalla più giovane età il suo retaggio di figlia non desiderata, che è tanto più desolante in quanto si tratta di una fanciulla, quindi si suppone che possa cadere anch’essa nello stesso errore che fu di sua madre e di sua nonna. 
And I tried to express to him some of my views on society’s unfairness. He shook his head indulgently. ‘Ay, but you see, it ain’t the same, my dear, it ain’t a parallel case for men and women. For a man don’t greatly signify if he be a bastard or not. Many bastards have made great names in the world. Why! William of Normandy was one. And look at all the dukes that have descended from side-slips of Charles II! But the ladies, bless their hearts, have to mind their reputations – else where should we all be? You may think it unfair, my child, and doubtless to some degree it is; but on the other hand, the fair sex do have compensations, in that they can expect to be provided for and looked after.’

[E cercai di esprimergli alcune delle mie opinioni sulle ingiustizie della società. Egli scosse il capo con indulgenza. ‘Ah, ma vedi, non è lo stesso, non si può fare un parallelo fra uomini e donne. Per un uomo non conta molto essere un bastardo o meno. Ma come! Guglielmo di Normandia lo era. E pensa a tutti i duchi che discendono da un errore di percorso di Charles II! Ma le signore, che siano benedette, devono stare attente alla loro reputazione, altrimenti dove saremmo tutti? Potrai credere che sia un’ingiustizia, figlia mia, e senza dubbio, per certi versi, lo è; ma d’altro canto, il sesso debole viene ricompensato, dal momento che può aspettarsi di essere mantenuto e accudito.’]
Come tutte le grandi scrittrici che si sono dedicate a sequel e spin-off di Jane Austen dopo essersi affermate in altri generi, la Aiken riesce a creare un romanzo assolutamente originale, ma che non ha niente a che spartire con Ragione e Sentimento, a parte alcuni nomi di località e di personaggi. Dico nomi, perché i loro caratteri sono assolutamente diversi dagli originali. 
A partire da Edward Ferrars, che, se pure in Ragione e Sentimento è un personaggio piuttosto ermetico, poco difficile da valutare, qui diventa la quintessenza del pastore intransigente, più consono all’Inghilterra Vittoriana che non all’epoca precedente. Ho trovato molti dei suoi atteggiamenti intolleranti, che sfiorano l’autolesionismo, simili a quelli di Mr Bradshaw in Ruth di Elizabeth Gaskell. E non posso dare torto alla figlia Nell se si è distaccata da una famiglia con un padre del genere e una madre che si piega accontentandolo ad ogni suo ordine. 
Elinor, il personaggio forse più simile all’originale di Jane Austen, è tuttavia divenuta una persona altamente parsimoniosa, costretta dalle ristrettezze in cui la fa vivere Edward, a rinunciare a tutto. Ed Edward non le vorrebbe consentire neanche di coltivare l’hobby della scrittura, perché non sia mai detto che la moglie di un pastore scrive romanzi! (Fra parentesi, i romanzi che Elinor ha nel cassetto sono 6, il primo, Charlotte, sembra essere proprio Ragione e Sentimento, a giudicare dalla descrizione dei personaggi… Ma non sarà che la Lady secondo Joan Aiken non si chiamava Jane Austen, ma Elinor Dashwood in Ferrars?...) 
Marianne e Willoughby appaiono troppo poco per poterli valutare, il Colonnello Brandon, non appare del tutto. Mrs Dashwood ha perso la tramontana (e questo ci potrebbe anche stare), Margaret si è trasformata in una stupida e deludente specie di fanciulla… 
L’unica alternativa è rivolgersi alle New Entries, fra cui Lady Hariot, Mrs Jebb e Pullet costituiscono degli ottimi esempi positivi, nonostante i loro difetti. Tutti personaggi femminili! I personaggi maschili sono quasi totalmente negativi, o comunque non sono mai interamente gradevoli, perché si devono discolpare dal fatto di essere uomini in un mondo in cui essi erano fin troppo avvantaggiati rispetto alle donne, per poter essere visti con benevolenza!
Recensione di LizzyP

Dietro le quinte del mondo Austeniano
 
Nel corso del calendario letture del Sense&Sensibility Anniversary, abbiamo letto molti romanzi ispirati a Ragione e Sentimento, molti sequel, alcuni spinoff, addirittura un mash up, ma l'ultimo della lista si è rivelato, a mio avviso, senza precedenti...

Eliza's Daughter (La figlia di Eliza), sebbene nasca dalle premesse di S&S, è un romanzo nuovo, i cui pochi contatti con il testo austeniano sono rielaborati in chiave personale dal punto di vista dell'autrice, che rende evidenti al lettore il proprio parere su personaggi ed eventi.

Le sue impressioni contaminano ogni passo legato al testo d'ispirazione, è impossibile non avvertirle.

Il tono della Aiken non è polemico, né si rivolge alla Austen, di cui, è cosa certa, era un'ammiratrice indiscussa, piuttosto è il suo personale parere sui personaggi del romanzo, sulle loro azioni, sul loro operato ai fin della trama... semplificando, potrei dire che ritrae la propria personale opinione, esito delle molte riletture, e ritocca, per quanto possibile, il ruolo ed il carattere di alcuni di loro, affidando colpe o meriti, come a suggerire una trama alternativa, che avrebbe, forse, potuto cambiare l'infausto destino di nascita della sua protagonista: Eliza.

Claire Foy - bravissima inteprete di Amy in Little Dorrit (BBC)
Un'operazione coraggiosa a tutto merito della Aiken, poiché arriva a trasfigurare la sua stima verso la Austen in una visione personale, sublimata, quasi se, ormai satura della piena conoscenza dei contenuti della materia austeniana, fosse riuscita a penetrare la mente della scrittrice, riascoltando le ipotesi nella primigenia invenzione della trama, mettendole in discussione con le proprie alternative...

Nonostante l'attenzione al lessico e al rispetto di certi canoni dello stile austeniano, Eliza è un personaggio molto dickensiano, persino paragonabile alle eroine ritratte di Elizabeth Gaskell, come l'orgogliosa e coraggiosa Margaret di North & South; complici di questa naturale associazione, il background e le atmosfere in cui si muove il personaggio, il profilo sociale che ne vede i natali contiene di per sé tutta la drammaticità ed il senso d'ingiustizia contro cui lottano i personaggi di Dickens.
Il personaggio di Margaret Hale (North & South BBC)
Eliza possiede il coraggio, la fermezza e la dignità comuni alla piccola Amy Dorrit, una delle mie eroine preferite, sebbene siano molte le differenze nel loro vissuto, si ritrovano nella stessa condizione di non aver niente da perdere e, entrambe ribelli all'arrendevolezza propria delle vittime del destino, tutto da guadagnare.

Eliza cresce in una cittadina adibita a vera e propria nursery, assieme a tanti figli illegittimi e reietti dalla società come lei, la cui sola colpa appartiene all'inconscenza o, peggio, all'ingenuità dei mancati genitori, eppure, non è esattamente un'orfana.

Confesso, di aver spontaneamente messo in parallelo la storia di Eliza con quella di Jane Eyre, ovviamente, solo su questo livello, la condizione iniziale di entrambe, l'una figlia reietta, l'altra orfana, il medesimo interesse per la conoscenza, lo spirito che le muove verso il mondo esterno appena adulte, Eliza alla ricerca dei propri genitori, Jane, di una famiglia che sostituisse quella mia avuta. Forse ho osato troppo, ma il confronto a me appare chiarissimo. Entrambe si lanciano nella realtà, da sole, indifese, ma Eliza ha una marcia in più, ha quella sfrontatezza propria di chi ne ha viste molte e non teme affronti.

Jane Eyre 2011
La ricerca di Eliza continua tra vecchie e nuove conoscenze, tra la tragicità delle classi inferiori e le frivolezze di quelle più alte, passando tra i rischi molteplici e di diversa natura di entrambe. La Aiken giostra gli eventi senza perdere un solo ingrediente, senza tralasciare i colpi di scena e l'avventura che porta la propria eroina oltre manica, verso la speranza di un ricongiungimento.
Elinor - l'unico personaggio austeniano a guadagnare qualcosa in questo spinoff

Un ottimo romanzo, tutto sommato, purché non si pretenda di ritrovarvi l'anima di Sense and Sensibility, sebbene, la Aiken scelga tra i personaggi il suo preferito conferendole luce migliore: a Elinor consegna un compito importantissimo, un talento nascosto che ne fa lo specchio della sua stessa creatrice, ma non aggiungerò di più, per lasciarvi il gusto di scoprire di che si tratta.
Recensione di LizzyS
Quel che resta di Sense and Sensibility...
 
Ottimo libro, sotto ogni punto di vista. Scrittura, narrazione, struttura. Forse un punto debole è la caratterizzazione dei personaggi, un po' superficiale, ma del resto concentrare le energie soprattutto sulla trama e l'ambientazione comporta un sacrificio per altri aspetti.
La copertina dell'edizione cartonata del 1994
Sì, perché fin dalle prime battute siamo catapultati in un'atmosfera profondamente dickensiana, ricca di infanzia abbandonata e variamente abusata, adulti poveri che non possono fare altro che lasciarsi schiavizzare dai più ricchi e potenti, valori e buon senso piegati alle esigenze del senso comune e delle convenzioni...
Poi, quando l'infanzia e l'adolescenza piano piano cedono il passo alla giovinezza, raminga ed avventurosa, eccoci catapultati in un'atmosfera quasi picaresca, alla Tom Jones o Moll Flanders, se non fosse per quella nota di fondo drammaticissima che mi ha ricordato le vite (soprattutto femminili) in balia delle meschinità umane (soprattutto maschili) tipo la povera Tess di T.Hardy o certi casi strazianti ed imponderabili di Ruth di E.C.Gaskell...

Ma, in tutto questo, che cosa rimane di Sense and Sensibility? 
Nulla. Assolutamente nulla.

Non solo le atmosfere austeniane sono del tutto dissolte ma anche i personaggi sono completamente trasfigurati.
Il destino forgiato da Joan Aiken è particolarmente severo con Edward ed Elinor, li ha mutati in personaggi grigi e senza speranza (e solo alla seconda regala un guizzo di luce nel farla diventare una romanziera, anche se solo per la necessità di racimolare qualche soldo extra - sì, a questo è ridotta la mia amata Elinor!). Ha persino dato loro una figlia mostruosamente ingrata, che fa di tutto per dimenticare loro e la povertà da cui proviene.
E Margaret, che nell'originale sembra avviata lungo la strada dell'iper romanticismo di Marianne, pur senza la sua perspicacia, qui è una zitella inacidita e senza cervello.
Persino gli illustri assenti, il Col. Brandon e Marianne, impegnati all'estero nelle campagne militari a cui il Colonnello partecipa, sono fastidiosamente negativi per il loro palese disinteresse verso coloro che hanno lasciato a casa a gestire i loro beni tra mille difficoltà.

Non vi racconterò nulla della trama, che è piacevolissima da scoprire nel suo dipanarsi tra mille suggestioni.

Piuttosto, vi dico, in breve: se cercate un sequel di S&S, abbandonate ogni speranza. L'originale austeniano è solo un magnifico pretesto dal quale partire per questo viaggio insieme alla protagonista, alla ricerca di se stessa. 
Una protagonista che solo accidentalmente si chiama Eliza Williams ma che forse proprio per le sue origini così fuori dall'ordinario può permettersi di essere uno spirito libero, libero dalle stesse bigotte convenzioni che l'hanno resa figlia illegittima, figlia di nessuno, sì, ma figlia del mondo.
Quindi, se al contrario cercate un ottimo romanzo di formazione, dalle atmosfere cariche di una miscela romanzesca tra Settecento ed Ottocento, scritto con rara sapienza nonché con un finale sorprendente e, addirittura, aperto a nuove possibilità narrative, allora non mancate di leggere questo libro.
Giudizio Finale delle Lizzies
Perché è un romanzo storico di altissimo livello, con numerosissimi elementi che ci spingono a riflettere. Andrebbe tradotto a prescindere con la sua parentela con Sense and Sensibility, per il grande valore di Joan Aiken in quanto scrittrice. Speriamo che TEA, una volta tradotto I Watson ed Emma Watson, si impegni a valutare l'opera omnia di questa scrittrice (anche i suoi romanzi fantasy sembrano altamente interessanti!!!).
Link Utili
☞ Biografia di Joan Aiken nella Galleria dei Ritratti di OF&NF
☞ Sito ufficiale di Joan Aiken, Il meraviglioso mondo di Joan Aiken
 Segnalibri del GdL, offerti dalle Lizzies, di LizzyP

2 commenti:

  1. Mie carissime Lizzies un pensiero per voi :-)

    http://bookshelf-nicky.blogspot.com/2012/01/versatile-blogger-award.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Nicky: Tesoro, GRAZIEEEEEEE!!!!! Il tuo premio ci onora ed emoziona, perché è il primo ma, soprattutto, perché proviene da una nostra attenta, cara, Amica lettrice...!!! ♥

      Scriveremo nei prossimi giorni il nostro post e non mancheremo di avvertirti e ringraziarti come meriti!

      Grazie ancora tesoro!!!
      Un abbraccio a nome delle Lizzies


      LizzyP

      Elimina

"È solo un romanzo...o, in breve, un'opera in cui i più grandi poteri della mente vengono esercitati, in cui la più profonda conoscenza della natura umana, la più felice delineazione della sua varietà, le più vivaci effusioni di arguzia e umorismo sono trasmesse al mondo nel miglior linguaggio possibile."

L'Abbazia di Northanger

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